mercoledì 11 maggio 2011
Pensieri Nomadi
"Lo so che noi zingari siamo crudeli.
Non conosciamo l'amore sedentario. Per noi l'amore è viaggio, si estende ai confini più gelidi e solitari della terra, e ammesso che essa sia una sfera finiremo per tornare al nostro vecchio amore, a quel pezzo d'anima che aspetta il nostro ritorno.
Per me il viaggio si è concluso. Ho visto infinite terre in cui il mio sguardo si perdeva verso l'orizzonte. A volte sedevo sulle sponde di un lago, vedevo il sole annegare lontano e pensavo: è qui che devo restare. Oppure: mi piacerebbe davvero, vedere ogni giorno questo tramonto, seduto sempre qui, in questo punto, mi piacerebbe vedere sempre una stessa cosa. Ma il vento cambiava, il tramonto mi deprimeva, i giorni di pioggia lo annientavano. E io mi rimettevo in viaggio, ringraziavo per l'ospitalità e sparivo.
Mi sono innamorato di più sguardi, perchè gli occhi umani sono mondi che spesso non si ha il coraggio di affrontare. Ognuno di noi ha qualcosa di bello da raccontare di sè, qualcosa che riguardi quella che chiamano 'anima' ma che io non so definire con un nome solo. E così mi sono innamorato di più anime, ma nonostante ciò ho deciso di non appagarmi.
Io l'ho deciso. Nessun destino ha deciso per me.
Poi il mio cuore ha scelto e si è fermato per non viaggiare più. E questo è, in sostanza, anche amore: il fermare i propri passi e invecchiare con accanto una parte di te che, pur non essendoti mai appartenuta sul serio, è in te e da lì non uscirà mai più."
sabato 9 aprile 2011
Saturday Morning

- madre che gira per casa giurando di sentire un topo squittire
- cervello (il mio, quel poco che ne rimane) che riflette su quanto sarebbe utile avere un gatto, ERGO anche su quanto sarebbe utile avere un gatto con nove vite da consumare per dare la caccia ai topi
- padre che si sveglia alle 6 anche nei giorni festivi, eseguendo i movimenti di un elefante indiano che si addentra in una giungla di bambù [conseguente CRASH BANG BUM SBAM stile "ladri in casa"]
- colazione povera di contenuti - intelligente ma non si applica: caffè amaro (azz, lo zucchero!), latte dal sapore discutibile, biscotti di frumento
- telefono semiscarico in dieci min di conversazione - il segnale più forte del mio stress
- lo stile inconfondibile dei negozi d'abbigliamento made in China - colori agghiaccianti + "tutto sembra figo se indossato dal manichino"
- sbuffo davanti allo specchio nel mentre della prova vestito + frase fatta: "Mi sa che sono ingrassata. Pff. Devo dimagrire. Guarda che fianchi, sembro un Botero."
- cattiveria mammica: "Ti ho comprato le fragole. E anche la panna."
- caldo soffocante, 30° all'ombra. Tizi nudi che portano a spasso il cane, il quale è più vestito di loro. Mare figo. Pensiero di sè in costume da bagno. Brivido. Dietadietadieta.
- odore di mare e benzina. Mmmmh. Non tutti i mali vengono per nuocere.
- (non tutti, a parte il nuovo singolo di Giusy Ferreri... Questo sì, nuoce.)
- Мастер и Маргаритa, tuffo nel passato («Ieri, agli stagni Patriaršie, lei ha incontrato Satana.» ) Amore incondizionato per Michail Afanasevic. Perchè non pensare alla tesi?
- riassunti di storia contemporanea sulla situazione mediorientale dal dopoguerra agli anni '80-'90. Martedì esame. Tragedia [superabile].
- waitin' for better times to come. The day's not ended up yet.
giovedì 10 marzo 2011
[Long Hard Road Out Of Hell]

Mi sono rimessa ad ascoltare le Hole.
Credevo di aver rimosso l'attitudine pseudo-adolescenziale che nutrivo nei confronti di "Celebrity Skin" (tutto l'album), che sostanzialmente consisteva nell'immaginare di essere Courtney Love e nell'usare il lettore cd/mp3 come microfono.
Invece no.
Una scarica dal numero imprecisato di watt.
Cristo, ci voleva.
Meglio dimenticarsela questa giornata.
Erano mesi che non mi sentivo così avvilita.
Per uno strano patto formulato con il lato più offensivo, ipercritico e antipatico della mia persona, non offendo mai la gente che non conosco.
A parte un qualche caso isolato in cui mi sono lasciata sfuggire un "idiota lobotomizzata" in più.
Ma fa nulla, conoscendomi direi che sto dando il massimo in questo.
Ebbene, mi rendo sempre più conto che la gente fa fatica a capire qualcosa di sè e finisce irrimediabilmente per sconfinare oltre il territorio della sua persona per invadere il tuo.
Gente che non si conosce ma pretende di conoscerti meglio di quanto tu non ti conosca già.
Presupponendo che l'essere umano, nel suo continuo divenire, cambiare, adattarsi come un batterio alle situazioni ambiental-sociali che gli si presentano, finisce per non avere la soddisfazione di conoscersi per intero, mi chiedo: è possibile che ci siano alcuni umanoidi in grado di autogiudicarsi fino in fondo per poi avere la deliziosa accortezza di sputare sentenze sugli altri?
Una cosa non sussiste senza l'altra, a mio avviso.
Capisco i fisionomi, quelli che dagli atteggiamenti di una persona deducono una serie di caratteristiche più o meno evidenti del soggetto che osservano.
Anch'io mi vanto di essere un po' fisionoma; solo che sono una fisionoma imperfetta.
Pur deducendo, sbaglio, sopravvaluto, rimango delusa, mi scotto facilmente.
E chi può dire di non aver mai sbagliato in vita sua? Chi, con la mano sulla coscienza, può giurare di non aver mai ceduto alle tentazioni, nei momenti di acuta euforia o disperazione?
Io ho ceduto. Per debolezza, suppongo; o, posso concedere, per stupidità.
Ma la mia stupidità riguarda me stessa e, volendo esagerare, le persone che mi sono più vicine.
Non certo chi non mi conosce.
Mi si parla di reputazione. La reputazione è quello che gli altri pensano di me.
Gli altri pensano qualcosa di me per pura deduzione o per sentito dire, ed io onestamente ritengo che ciò non basti per diffamare qualcuno.
Chi non sa quanto male mi sono fatta e quante critiche crudeli e infondate ho dovuto subire negli anni non ha diritto di parola.
Io sono imperfetta, tremendamente fiera di esserlo ed oltretutto reduce da quello che gli errori insegnano.
La strada per la completa felicità è ancora lunga.
Sono ancora nella fase 1 ("gli errori del passato non rimangono nel passato, ma ti perseguitano nel presente") e fatico ad arrivare alla fase 2 ("ho sbagliato, ma la vita va avanti").
"I wanna live, I wanna love/But it's a long hard road out of Hell..."
(E comunque,
Courtney Love è una bambola gonfiabile mezza sgonfia. Il tipo che piacerebbe a Berlusconi.)
Love hangs herself
With the bedsheets in her cell
Threw myself on fires for you
10 good reasons to stay alive
10 good reasons that I can't find
Oh, give me a reason to be beautiful
So sick in his body, so sick in his soul
Oh, give me one reason to be beautiful
Oh, and everything I am
(Hole, Reasons to be Beautiful)
giovedì 18 novembre 2010
Il Vino degli Amanti

Oggi un piccolo refuso dei miei pensieri è tornato a galla.
via, sul vino, a cavallo verso un cielo divino e incantato!
Come due angeli che torturano un rovello implacabile oh,
nel cristallo azzurro del mattino, seguire il lontano meriggio!
Mollemente cullati sull'ala del turbine cerebrale,
in un delirio parallelo, sorella, nuotando affiancati,
fuggire senza riposi né tregue verso il paradiso dei miei sogni.
venerdì 9 luglio 2010
Prigione
È tutto quello che mi rimane di te
Questo cielo bugiardo che ride di me
Del mio sguardo fuori posto, del silenzio
Che ha abbracciato le mie spalle
È tutto
Quella strada che abbiamo percorso senza guardarci
Con l’anima in tasca, al riparo dai rimorsi
Mentre le gambe imparavano i passi necessari
A non inciampare
Con il sole e quei palazzi e quei fiori rossi e quel mare tremante
E noi
Sto inciampando, nonostante sappia dove andare
E se la strada fosse nei tuoi occhi?
Se io dovessi esplorarne il fondo per capire che segnale seguire?
A che è servito conoscere
La musica dissonante e attonita della tua voce
Il battito lieve che dal tuo petto
Si insinuava nella mia pelle
Ad ogni abbraccio?
Le mie confessioni si sono mischiate allo iodio delle onde
E le lacrime inespresse, alla rugiada di quei fiori rossi
La mia mente è un pilastro battuto dal vento
Giace su un muro non lontano da te
E osserva andare e venire
Le lune e le maree
E Dio solo sa cos’altro se non le stelle
E le profezie e la fine del mondo e la gente…
Non esisterà un luogo abbastanza ampio per le nostre anime
L’ho imparato prima di conoscere il tuo nome
L’ho letto nello spettro chiaro dei tuoi occhi
Nessuna parola poteva fare altrettanto
E non ho il diritto di uccidere l’amore
Tanto meno quello che esala dalle tue labbra
Ma dalle tue mani non ho trovato pace
Dio solo sa perché ne ho trovata standoti lontana
Ma non è tempo di spiegare…
Ho sfoderato il coltello ed è diventato il mio amante
E nella notte che verrà il suo bagliore
Gareggerà con quello delle stelle
È davvero tutto quello che mi rimane di te
E delle tue parole di seta
Te l’ho detto, sono prigioniera nel marmo
Alzo la testa e vedo nell’antro buio del cielo
La mia natura di abbozzo anatomico
Le gambe già formate muovono verso l’esterno
Avide d’aria, di molecole di sole, di umanità
E poi miseramente si piegano
Vinte dalle catene marmoree del silenzio
Del tuo e di quello della mia voce di pietra
Il boato di chi è prigioniero di un’idea
Che muore tra quattro pareti, sotto mille occhi…
È davvero tutto quello che mi resta di te
Tutto è andato, tutto mi è scivolato addosso
Tutto ha lavato la mia pelle come la pioggia
Ma non ha lasciato tracce esterne
Solo nel mio cuore si contano le ferite
Il sentimento è stato una lotta intestina
Tra ragione e follia
Ed era scritto che vincesse la ragione, nessun dubbio
Che fosse il suo turno
E adesso solo questo mi resta di te:
Il segno delle catene.
venerdì 2 luglio 2010
Galleria - Omaggio a Daniil Charms

Le pietre bianche del selciato
Prendono fuoco con il tramonto.
Una vecchia vestita d’azzurro
Siede su una sedia tarlata e mangia una mela
Ha un occhio nero e l’altro verde
E le mani piccole e i capelli bianchi
È nodosa come un tronco d’ulivo
E guarda i gatti sdraiati a prendere il sole
Forse con qualche rimpianto.
Si riavvia i capelli con una mano
E mastica piano, aspettando la sera.
Più in là, un signore grasso legge il giornale
Seduto al tavolino di un bar del corso
Ma più che leggerlo, ne legge i titoli
Ha pochi capelli e la pelata lucida come una biglia
Ha i pantaloni grigi e sbiaditi
E gli occhiali sulla punta del naso
Il suo volto è giallo di itterizia
E le sue scarpe lucide brillano al sole.
Il signore chiude il giornale, lo arrotola
E lamenta che il suo amaro è troppo freddo.
Vicino alla chiesa, una signora vestita di nero
Parla con la sua vicina di casa
Ha il muso allungato e sembra un cane da caccia
Ha i capelli rossi raccolti in una treccia
Fatica a stare sui tacchi e si aggiusta la gonna.
La sua vicina di casa è sorda
L’apparecchio non si nota sotto i suoi capelli grigiastri
E stringe gli occhi quando parla
È piccola e ha un occhio guercio
Ma nel paese conosce tutti, dicono sia una maga.
Ma nella galleria io sono un quadro senza senso
Uno squarcio nella tela
Che fende lo spazio per ritrovarne un altro
Ancora più immenso
Sono un errore di battitura che rende tutto inestimabile
Oppure semplicemente sbagliato.
Dipende da come si guarda la faccenda.
Io non faccio, non parlo, non scrivo
Ma sono
Non vi sembra assurdo?
Я такой, каким я есть. А вы? - Io sono quello che sono. E voi?
