venerdì 9 luglio 2010

Prigione


È tutto quello che mi rimane di te

Questo cielo bugiardo che ride di me

Del mio sguardo fuori posto, del silenzio

Che ha abbracciato le mie spalle

È tutto


Quella strada che abbiamo percorso senza guardarci

Con l’anima in tasca, al riparo dai rimorsi

Mentre le gambe imparavano i passi necessari

A non inciampare

Con il sole e quei palazzi e quei fiori rossi e quel mare tremante

E noi


Sto inciampando, nonostante sappia dove andare

E se la strada fosse nei tuoi occhi?

Se io dovessi esplorarne il fondo per capire che segnale seguire?

A che è servito conoscere

La musica dissonante e attonita della tua voce

Il battito lieve che dal tuo petto

Si insinuava nella mia pelle

Ad ogni abbraccio?


Le mie confessioni si sono mischiate allo iodio delle onde

E le lacrime inespresse, alla rugiada di quei fiori rossi

La mia mente è un pilastro battuto dal vento

Giace su un muro non lontano da te

E osserva andare e venire

Le lune e le maree

E Dio solo sa cos’altro se non le stelle

E le profezie e la fine del mondo e la gente…


Non esisterà un luogo abbastanza ampio per le nostre anime

L’ho imparato prima di conoscere il tuo nome

L’ho letto nello spettro chiaro dei tuoi occhi

Nessuna parola poteva fare altrettanto

E non ho il diritto di uccidere l’amore

Tanto meno quello che esala dalle tue labbra

Ma dalle tue mani non ho trovato pace

Dio solo sa perché ne ho trovata standoti lontana

Ma non è tempo di spiegare…


Ho sfoderato il coltello ed è diventato il mio amante

E nella notte che verrà il suo bagliore

Gareggerà con quello delle stelle


È davvero tutto quello che mi rimane di te

E delle tue parole di seta

Te l’ho detto, sono prigioniera nel marmo


Alzo la testa e vedo nell’antro buio del cielo

La mia natura di abbozzo anatomico

Le gambe già formate muovono verso l’esterno

Avide d’aria, di molecole di sole, di umanità

E poi miseramente si piegano

Vinte dalle catene marmoree del silenzio

Del tuo e di quello della mia voce di pietra

Il boato di chi è prigioniero di un’idea

Che muore tra quattro pareti, sotto mille occhi…


È davvero tutto quello che mi resta di te

Tutto è andato, tutto mi è scivolato addosso

Tutto ha lavato la mia pelle come la pioggia

Ma non ha lasciato tracce esterne

Solo nel mio cuore si contano le ferite


Il sentimento è stato una lotta intestina

Tra ragione e follia

Ed era scritto che vincesse la ragione, nessun dubbio

Che fosse il suo turno

E adesso solo questo mi resta di te:

Il segno delle catene.


Nessun commento:

Posta un commento