venerdì 2 luglio 2010

Galleria - Omaggio a Daniil Charms


Le pietre bianche del selciato

Prendono fuoco con il tramonto.

Una vecchia vestita d’azzurro

Siede su una sedia tarlata e mangia una mela

Ha un occhio nero e l’altro verde

E le mani piccole e i capelli bianchi

È nodosa come un tronco d’ulivo

E guarda i gatti sdraiati a prendere il sole

Forse con qualche rimpianto.

Si riavvia i capelli con una mano

E mastica piano, aspettando la sera.


Più in là, un signore grasso legge il giornale

Seduto al tavolino di un bar del corso

Ma più che leggerlo, ne legge i titoli

Ha pochi capelli e la pelata lucida come una biglia

Ha i pantaloni grigi e sbiaditi

E gli occhiali sulla punta del naso

Il suo volto è giallo di itterizia

E le sue scarpe lucide brillano al sole.

Il signore chiude il giornale, lo arrotola

E lamenta che il suo amaro è troppo freddo.


Vicino alla chiesa, una signora vestita di nero

Parla con la sua vicina di casa

Ha il muso allungato e sembra un cane da caccia

Ha i capelli rossi raccolti in una treccia

Fatica a stare sui tacchi e si aggiusta la gonna.

La sua vicina di casa è sorda

L’apparecchio non si nota sotto i suoi capelli grigiastri

E stringe gli occhi quando parla

È piccola e ha un occhio guercio

Ma nel paese conosce tutti, dicono sia una maga.


E poi ci sono io

Ma nella galleria io sono un quadro senza senso

Uno squarcio nella tela

Che fende lo spazio per ritrovarne un altro

Ancora più immenso

Sono un errore di battitura che rende tutto inestimabile

Oppure semplicemente sbagliato.


Dipende da come si guarda la faccenda.


Io non faccio, non parlo, non scrivo

Ma sono

Non vi sembra assurdo?

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