sabato 10 settembre 2011

Rembrandt #1

Cos'altro è la vita umana, se non una piccola luce palpitante in un mare d'inchiostro?
La nostra nascita, il nostro fiorire, che altro possono essere se non attimi in un oceano di secoli? Ci spegniamo come farfalle. Forse a nulla serve celebrare l'esistenza delle nostre fragili membra e della nostra geniale ma fatua mente.
Abbiamo paura del buio quando siamo piccoli, finiamo per temere la morte da adulti. Temiamo l'ignoto, immaginiamo, preghiamo, speriamo.
Gli idoli di carta nei nostri portafogli non sopravvivono a lungo. Anzi, muoiono in una fiammata, o si consumano col tempo, e in ogni caso non ci aiuteranno a sopravvivere agli scossoni della vita.
Nasciamo, cresciamo, assaggiamo la vita come un frutto ancora acerbo, le diamo solo un morso, e poi ci occupiamo d'altro. E quando la luce nei nostri occhi si spegne, allora ci ributtiamo su quel frutto che abbiamo rifiutato tempo addietro, e lo mangiamo avidamente, ma esso non è mai maturato, è stato come siamo stati noi, per attimi, ore, giorni, mesi, anni: incompleti.