Il pianista guarda in basso
Osserva le sue dita plasmare le note
Tasti bianchi e tasti neri
In successioni che sembrano
Acrobazie
Di tendini e muscoli
Suona un Chiaro di Luna
Mentre sorge la luna
Sulle vie della città di nero velluto
Tra boccioli di luce e nuvole arancio
Intorno a lui crepita la folla
Voci che ripercorrono giorni, gioie, dispiaceri
E lui tutto accarezza con mani silenziose
Nei dolci sussurri
Del pianoforte
Noncurante delle mance
Dei camerieri, del fumo dei sigari,
Dei liquori, degli opali
Lui mesce un vino segreto
Il vino degli amori nascosti
I tradimenti e le colpe da espiare
Rinchiusi nelle celle segrete
Della musica
Accarezzano le labbra di chi beve
Di chi ascolta e di chi si abbandona alle parole
Si srotolano sui cristalli delle lampade
E affrescano le volte ceree del Cafè
Le note si fondono in sfumature dorate
Nella mia mente inebriata di storie
Mentre vivo, immersa l’anima nei tuoi occhi
E lui, che delle nostre anime tutto conosce
Chiude i suoi pensieri in un sorriso
Appena accennato
Sulle guance pallide
E prende i suoi applausi
Con un cenno del capo
Prima di distogliere ancora lo sguardo.